“Programma continuità” al Centro nutrizionale

In aggiornamenti precedenti suor Therese e suor Primitive ci hanno segnalato che talvolta le madri non riescono a portare con continuità i figli malnutriti al Centro Nutrizionale perchè alcune famiglie risiedono ad alcuni giorni di cammino da Kivumu. Per questo motivo è stato deciso di avviare un “programma di continuità” per invogliare le madri a portare i loro bambini al Centro nutrizionale. Per rendere effettivo questo programma abbiamo deciso, in accordo con le suore del Centro, di acquistare generi alimentari e animali da cortile da regalare alle famiglie dopo le visite di controllo ai bambini. Alla prima visita viene regalata una capra, alla seconda dei polli o dei conigli e alla terza della farina. Questo programma, attivo ormai da più di un anno, ha dato ottimi risultati e ora le mamme o le zie portano con regolarità al centro i bambini per le visite di controllo, aumentando anche la qualità dell’alimentazione del resto della famiglia. Infine, le mamme dei bambini ricoverati si sono riunite nel gruppo “Dufatagne” che realizza prodotti di artigianato con cui raccogliere fondi per comprare degli alimenti da dividere tra le socie.

UMUDUFU invia annualmente un contributo di 8400 euro che serve a pagare lo stipendio del personale assunto, a comprare gli animali e le sementi e le stoffe che le suore usano per confezionare dei vestiti nuovi per i bambini ricoverati.

Progetto Maibobo

3 marzo 2009  
Tema: Progetto Maibobo

Stiamo aiutando padre Giuseppe Lucchetta, un missionario, in Rwanda da 30 anni, ad organizzare una comunità di accoglienza per i minori, che vivono per le strade di Kigali, e che vengono detti Maibobo.
Sono necessari finanziamenti per il fabbisogno quotidiano di almeno dieci ragazzi e tre educatori.

L’idea è quella di costituire una comunità, gestita da tre educatori, che si occuperanno di accogliere i ragazzi (che attualmente vivono per le strade di Kigali) perchè abbiano un letto, pasti caldi, assistenza medica di primo soccorso e, soprattutto, un adulto con cui parlare.

Spesso, infatti, i ragazzi scappano da casa, proprio per mancanza di affetto, per la perdita di uno o entrambi i genitori oppure perchè la loro famiglia è troppo povera per occuparsi di loro.

Per questo il progetto ha come priorità quella della cura della relazione, basata sull’accoglienza e l’ascolto, affinchè i ragazzi possano contare su un adulto, che li aiuti a sviluppare e a credere nello loro risorse personali.

L’obiettivo ultimo sarà quello del reinserimento dei ragazzi nel tessuto sociale e magari del ripristino dei legami familiari.

Un piccolo grande progetto, che l’associazione Umudufu vuole rendere possibile, cercando di raccogliere almeno 3.000 euro all’anno per garantire l’affitto della comunità, vitto e alloggio ad almeno 10 ragazzi e agli educatori rwandesi (i quali operano a titolo gratuito, secondo una scelta di vita personale!).

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