Progetto maibobo – Ruhengeri


Stiamo aiutando padre Giuseppe Lucchetta, un missionario in Rwanda da 30 anni, a portare avanti una piccola comunità nella cittadina di Ruhengeri che si trova in una regione montuosa caratterizzata da una catena di cinque grandi vulcani, vicino al confine con l’Uganda e il Congo.

La comunità è composta da 11 confratelli, i “Nazzareni”, che con piccoli lavori come imbiancare, installare impianti elettrici e coltivare i campi, raccolgono un po’ di soldi non solo per pagare l’affitto della casa in cui vivono, ma anche per dare accolgienza agli ultimi della società: i ragazzi di strada, persone con problemi psichici e tutti quelli che sono emarginati.

Padre Lucchetta durante uno dei suoi giri tra i poveri di Rhuengeri

L’aiuto che padre Lucchetta dà ai malati mentali consiste nell’accoglienza, nell’accompagnarli all’ospedale psichiatrico e nell’assistenza durante la convalescenza. I confratelli si occupano anche, in un’altra casa, di quattro ragazze che soffrono di traumi psicologici causati dal rifiuto da parte delle rispettive famiglie.

I Nazareni accolgono anche numerosi ragazzi di strada, bambini e giovani che sono scappati dalle famiglie o sono rimasti orfani a causa del genocidio, per cercare di dar loro un futuro. E’ un grosso impegno perche questi ragazzi, abituati alla libertà della strada, mal si abituano al nuovo stile di vita nella comunità. Spesso i più grandi spendono tutti i loro pochi guadagni ubriacandosi nei bar mentre i più piccoli scappano in città per rubare la frutta al mercato e rivenderla in cambio di pochi soldi per comprare dolciumi.

Inoltre, ogni giorno alla mensa della comunità vengono accolti una decina di persone che non hanno nulla da mangiare. A volte un piatto di patate, fagioli e cavoli è l’unico aiuto che queste persone possono ricevere. E’ però sempre un piatto gustoso, perchè condito con l’amore di padre Lucchetta e dei Nazareni.

Un piccolo grande progetto, che l’associazione Umudufu vuole rendere possibile, cercando di raccogliere almeno 3.000 euro all’anno per garantire l’affitto della comunità, il vitto e l’alloggio agli 11 confratelli rwandesi.